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Addio Gigi
di Grazia Napoli


E’ stato il mio idolo da ragazzina. Ancor prima di Claudio Baglioni. Poi in contemporanea.

Il Cagliari. Lo scudetto. La Nazionale. La delusione e il dolore quando una brutta frattura di tibia e perone lo tenne lontano a lungo da squadra e nazionale.


Gigi Riva an azione (Lcc)


Le mie amiche, affascinate da Rivera, non capivano questa mia passione. A capo del letto, per anni, c’è stato il suo poster con la maglia del Cagliari.  Mio padre, tra il divertito e il perplesso, mi diceva: “Ma è possibile che a capo del letto invece della Madonna tu hai Gigi Riva?”. Per me era possibilissimo.

Avevo – e conservo gelosamente ancor oggi, in un cassetto del comò della mia nuova casa – la maglietta del Cagliari, bianca con i bordi rossi e blu, con tanto di scudetto con i quattro mori cucito sul petto. Regalo di mia zia. Me la portò da Catania. Mio zio, invece, mi raccontava di “rombo di tuono” e mi descriveva le sue prodezze calcistiche. Il gol impossibile in rovesciata… Non ero e non sono un’esperta di calcio, ma Gigi Riva l’ho proprio amato!

Sono tornata ad occuparmene con curiosità in questi ultimi anni. Grazie ai racconti del mio amico e collega Andrea Artizzu, giornalista cagliaritano doc, che conosce aneddoti, retroscena, “pettegolezzi” di questi suoi anni in Sardegna e di cui sono rimasta ghiotta. Ho comprato e letto alcune recenti biografie. Sono tornata ragazzina. E ne ho anche apprezzato le doti di uomo e la sua vita spesso controcorrente e affascinante, fatta di rigore, tenacia e, soprattutto, amore per una terra che aveva fatto sua, che lo ha amato e rispettato.

Un grande esempio!

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