Michelle, storia di una ragazza diventata Fist Lady
di Grazia Napoli
Becoming. Diventare. E’ racchiuso in un verbo il senso dell’autobiografia di Michelle Robinson Obama, prima First Lady afroamericana alla Casa Bianca.
Diventare qualcuno. Per sé stessi, per la propria gente, per il Paese. Un’impresa faticosa ed esaltante, specie se sei donna, nera, nata e cresciuta in un quartiere periferico di Chicago.
Essere brava. Farcela. Questa l’ossessione della giovane Michelle. Figlia di un operaio, che cerca il riscatto nello studio, nell’impegno, nella sfida delle Università di Princeton e Harvard, in cui riesce ad entrare per bravura e caparbietà. Sullo sfondo: uno spaccato storico dell’America degli anni ’60, ’70, ‘80 del ‘900. La vita nei quartieri abitati dagli afroamericani a Chicago, le difficoltà di riscatto e affermazione per le generazioni dirette discendenti dagli schiavi fuggiti dal Sud. Tra cui la famiglia paterna di Michelle.
Padre operaio e malato di sclerosi fino alla invalidità, la madre Marion, forte e determinata, il fratello, Craig, campione di Basket. Un piccolo appartamento per quattro nel South Side di Chicago. E ’questa la provenienza delle futura first Lady. Due Lauree, poi un lavoro da avvocato in un grande studio, dove incontra un giovane collega, Barack Obama: carino, ostinato, mediatore comunitario, poi politico, senatore, Presidente degli Stat Uniti per due mandati. Il primo Presidente nero. Una svolta. Una speranza. Un segno dei tempi in divenire. Becoming, appunto.
Un’ascesa vertiginosa, ricostruita pagina dopo pagina. Dall’infanzia e adolescenza, già fatta di sfide e resilienza: a scuola, con i primi episodi di bullismo; a casa, in una famiglia della working-class; con l’amica Susan morta troppo presto; le amicizie, i primi dolori veri, con all’Università e poi nel lavoro, dove con l’impegno costante e ossessivo per il riscatto dei neri, fino alla fine, fino – e soprattutto – con l’impegno politico della coppia presidenziale alla Casa Bianca: Sanità, alimentazione sana per i bambini, movimento per tutti. I progetti di Michelle e Barak portati all’attenzione del mondo e realizzati per una nuova politica. Solidale e democratica. Non è un’autobiografia politica. E’ la storia di una giovane donna, che è moglie, madre, professionista affermata. Con le sue paure, le sue incertezze, le sue delusioni. Con le preoccupazioni per le figlie, costrette a vivere, piccolissime, sempre sotto scorta e sempre sotto i riflettori. Nelle parole di Michelle, nonostante la consapevolezza delle e scelte, si averte il desiderio di una vita libera, meno controllata, meno condizionata.
Un libro di quasi 500 pagine che – per quanto possibile – si legge tutto d’un fiato. Un libro che permette, a noi europei, di capire i fenomeni – per noi relativamente più recenti – di multiculturalità e convivenza tra minoranze. Un libro al femminile, ma non solo. In cui questa donna - che tutti conosciamo in Tv, con i suoi abiti non costosissimi, ma che hanno fatto moda, con il suo sorriso accattivante, le parole semplici, il corpo atletico, mentre fa ginnastica o coltiva l’orto che ha voluto alla Casa Bianca circondata da bambini - si mette a nudo, ma lancia anche messaggi forti per il futuro. Delle donne, delle minoranze, dei deboli, dei bambini, dell’ambiente.
Becoming….nelle ultime pagine del libro, l’elenco delle cose che devono diventare….vi invito a leggerlo. Senza pregiudizi politici. Solo con lo spirito curioso di chi vuole capire un fenomeno come Michelle: mediatico, politico, femminile!
Questa recensione è stata pubblicata sulla rivista culturale www.goccedautore.it diretta da Eva Bonitatibus nel mese di Marzo 2019
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