Il romanzo d'autore che racconta Lourdes
di Grazia Napoli
Ho trovato “Il canto di Bernadette” su uno scaffale della libreria internazionale del Santuario di Lourdes. Ci sono pochissimi libri in italiano. Quasi mai niente di nuovo e interessante. Mi ha colpito la copertina tutta bianca, ma con un dorso colorato, la grandezza del tomo – oltre 700 pagine – ma soprattutto chi fosse l’Autore.
Franz Werfel è uno dei nomi della letteratura austriaca di lingua tedesca, i cui romanzi erano tra quelli del mio esame di Tedesco uno, all’ Università. Un gigante della Letteratura della Finis Austriae, che aveva così bene raccontato il disfacimento dell’Impero Austro-ungarico di Francesco Giuseppe e la fine di un’epoca e di un’estetica. Ritrovarmi tra le mani un libro su Bernadette Soubirous, scritto da un ebreo austriaco nel 1941, dopo la sua fuga negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni, mi ha incuriosita e anche meravigliata.
E’ il romanzo da cui - nel 1945 - fu tratto ”Bernadette”, uno dei film sulla Santa di Lourdes. Anche per chi – come me, unitalsiana – frequenta ogni anno quei luoghi e ne conosce la storia, la lettura è avvincente, interessante, emozionante.
E’ un romanzo con una forte base storica e documentale. I personaggi, i luoghi, i fatti sono veri, ma raccontati dalla penna dello scrittore, tra realtà e immaginazione. Werfel ha trattato e inquadrato la vicenda vera della ragazzina povera e ammalata, a cui appariva una bella Signora in una grotta sporca e abbandonata, con la capacità dei grandi romanzieri.
“Il canto di Bernadette” non è solo la storia delle apparizioni alla Grotta di Massabielle. E’ la storia della Francia Illuminista, della Chiesa dell’ 800, tra fede e empirismo, delle diseguaglianze sociali tra le famiglie ricche di Lourdes e quelle poverissime, perseguitate, cadute in disgrazia per una giustizia cieca, come nel caso di Francois Soubirous, una volta mugnaio benestante, arrestato con l’accusa falsa di aver rubato un sacco di farina. E’ la storia di una ragazzina che vive con la famiglia in un’unica stanza, il cachot, ex carcere della città, prescelta, per la sua purezza, la sua ignoranza, la sua povertà, ma anche per la sua onestà e tenacia. E’ la storia di un piccolo borgo del sud della Francia, che deve la sua fama mondiale e la sua ricchezza a questa straordinaria vicenda.
Per la Letteratura è un classico senza tempo, ristampato in italiano dalla Carlo Gallucci editore nel 2015. Una necessità dettata anche dalle circostanze. Lourdes, al centro di polemiche e, ultimamente, dell’attenzione del Papa per il movimento turistico e commerciale che vi si è sviluppato, aveva bisogno di far conoscere le radici di questi fenomeni, anche quelli collaterali e secolari. Questo libro lo consente raccontando una storia religiosa e di fede, ma non solo.
È una storia umana, interreligiosa, scritta da un non cattolico, anche per chi non crede. E ’una storia che incuriosisce e invoglia a vedere o rivedere quei luoghi, a sentirne l’atmosfera, al di là delle speculazioni.
Lourdes è, in fondo, un luogo di pace e rigenerazione per tutti. Credo che anche Franz Werfel nel suo anno da rifugiato nella cittadina del sud della Francia lo avvertì. E sentì la necessità di raccontare e divulgare. A suo modo!
- Questa recensione è stata pubblicata sul numero 79 della rivista culturale www.goccedautore.itdiretta da Eva Bonitatibus
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