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Paolo, l’Apostolo che segnò la nascita del Cristianesimo
di Grazia Napoli
Ci sono momenti storici che – seppure apparentemente in continuità – segnano una cesura decisa con il passato. Aprono di fatto una nuova Era. Tracciano i primi passi verso il futuro.
Il tutto si sviluppa spesso da una rivoluzione – silenziosa o conclamata – che si incarna in un personaggio, in un fatto, in un’idea, in un Credo. Si sviluppa da una inziale contrapposizione, che non troverà mai una mediazione, piuttosto una nuova composizione, che - solo in parte - ingloberà ciò che è stato.
La copertina del Libro. Il San Paolo di Caravaggio
Un esempio è senz’altro la vita di Paolo di Tarso, Saul, l’Apostolo delle Genti, della predicazione cristiana portata fuori dai confini della Giudea e della Galilea, fino in Europa e a Roma, pur non avendo mai conosciuto Gesù.
E’ questa la suggestione che accompagna l’ultimo libro di Corrado Augias: “Paolo, l’uomo che inventò il Cristianesimo”, edito da Rai-Libri, che riscostruisce la vita del Santo attraverso i suoi scritti, le “Lettere”, almeno 7 delle 12 che gli si attribuiscono sono autentiche; gli “Atti degli Apostoli” dedicati “ai suoi viaggi, ai pericoli e alle peripezie che dovette affrontare”; il suo presunto Testamento.
Un Apostolo “postumo e colto”, in grado – a differenza dei seguaci coevi di Cristo - di dare testimonianza scritta delle sue esperienze e della sua predicazione; un fariseo ebreo e “cittadino romano”, in grado di viaggiare e annunciare al mondo gli insegnamenti di Gesù, elaborandone per primo la Dottrina; un uomo rigido e tenero al tempo stesso, a cui – con una folgorazione sulla via di Damasco – Dio aveva affidato la trasformazione storica del mondo, il passaggio dal paganesimo e dall’ebraismo al Cristianesimo.
Una frattura epocale: religiosa, filosofica, ideologica, storica, “culturale”. “Senza la storia singolare dell’Apostolo Paolo – scrive Friedrich Nietzsche – senza i turbamenti e le tempeste di un tale cervello, di una tale anima, non esisterebbe una cristianità, avremmo avuto appena notizia di una piccola setta giudaica il maestro della quale era morto sulla croce”.
La storia avventurosa e controversa di un uomo che aveva fatto propri i concetti rivoluzionari di Gesù, in principio avversato con tutti i suoi seguaci, poi seguito e amato fino ad elaborarne la dottrina di Fede e promuoverne l’istituzionalizzazione. L’amore, al centro della predicazione e il superamento di alcune rigidità delle regole ebraiche – a cominciare dalla circoncisione – gli erano valsi la cacciata da Gerusalemme. Forse anche questo un segno divino per farlo arrivare – infine - a Roma, dove rimarrà in attesa di giudizio per due anni e poi vi troverà la morte.
Un libro quello di Corrado Augias tra saggio e racconto romanzato, che si avvale di citazioni, rimandi a documenti storici, suggestioni narrative. Un libro che avvicina il grande pubblico alla conoscenza di un personaggio controverso e amatissimo, le cui elaborazioni dottrinali sono ancora alla base del Cristianesimo – e del Cattolicesimo – cosi come lo conosciamo e viviamo oggi.
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