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Da “La Gazzetta del mezzogiorno” del 6 ottobre 2003

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 ottobre 2003

 

La storia in mostra con le sue anime

In Cinquecento visto in un’ottica femminile

 

 

Il componimento di George Whetstone rivisitato in chiave moderna. Il fascino di una serata di musica, teatro e letteratura. I passaggi più intensi portati sulla scema da Mariano Rigillo insieme a Mariangela Corona e ai ballerini Hector Budla, Leart Duraku e Lucia Vergano

 

 

Nell’Inghilterra rinascimentale ed elisabettiana, a cavalo tra il 1500 e il 1600, un autore singolare e poco conosciuto, quasi contemporaneo di Shakespeare, e che di nome fa George Whetstone, compone “Aurelia”, The Paragon of Pleasures and Princely Delights”. Il libro è una raccolta di novelle che Grazia Napoli, giornalista

e studiosa di letteratura inglese, ha recuperato realizzando un testo complesso e simbolico. Nella sua opera umanistica Whetstone, attraverso una serie di racconto brevi, narra e descrive conflitti, amori, contraddizioni, vizi e virtù di corte in Inghilterra sotto il regno dei Tudor e della regina Elisabetta I.

Il volume “Aurelia” è stato presentato sabato a Potenza al Conservatorio “Gesualdo da Venosa” per iniziativa della provincia di Potenza nell’ambito del programma di incontri del suo Polo della Cultura. La serata dedicata ad “Aurelia” e all’autrice del libro Grazia Napoli è trascorsa tra la presentazione del volume e una intensa performance di teatrodanza che ha accompagnato alcuni passaggi significativi di un testo che merita di essere conosciuto da un pubblico più vasto. La presentazione è stata coordinata da Beatrice Volpe, giornalista e collega dell’autrice,  che ha introdotto Larry Adeyanju, lettore di Lingua Inglese all’Università di Basilicata, Vito Santarsiero presidente della Provincia di Potenza e Lucio Attorre delle Edizioni Ermes, editore del libro.

“Aurelia” è un testo rinascimentale, ma dai contenuti ancora attuali. “Mi ha intrigato subito – dice l’autrice Grazia Napoli – già dal titolo: un nome di donna. Aurelia narra la vita attraverso la novella, questo piccolo genere che racchiude, in un racconto breve, un episodio di vita, “simbolo” di una vita. E’ un’opera erudita dell’Umanesimo europeo che parla di amore, di matrimonio, di solitudine e dell’eterno contrasto tra i sessi. Ricreare quell’atmosfera, non solo per i lettori, e con un pizzico di modernità in più, mi è sembrato il modo migliore per riprendere questo testo.”

“La presentazione del libro di Grazia Napoli – ha sottolineato Vito Santarsiero – riferma l’attenzione che la Provincia ha per gli autori lucani e per la promozione e diffusione delle loro opere”. “Aurelia” è un lavoro pregevole e di alto spessore che inquadra la storia di un’epoca, quella elisabettiana dove si muovono i personaggi del libro. Letteratura, poesia e musica trovano poi esplicazione nelle performance di teatrodanza”.

Sono stati infatti gli stessi protagonisti di corte a presentare l’opera. Interpretati da Mariano Sigillo e Mariangela Corona, gli attori hanno dato vita ad un dialogo immaginario tra lo scrittore e la stessa Aurelia, attraverso al lettura di alcuni brani del libro. Sulla scena i ballerini della compagnia “Balletto di Roma” Hektor Budella, Leart Duraku e Lucia Vergnano. La regia è stata curata da Lucia Di Cosmo, della compagnia lucana “L’Albero di Minerva”, l’adattamento teatrale di “Aurelia” è di Nicla Le caselle, le coreografie del balletto sono di Stefania Di Cosmo, maitre del “Balletto di Roma” e la scenografia è stata realizzata da Tiziano Fario.

“In che modo raccontare un libro? – commenta la regista Lucia Di Cosmo – “Aurelia” racconta un’epoca, un modo di vivere, di pensare. Parole e movimenti come pennellate in un quadro, la cui cornice rappresenta l’accumulo del tempo”.

“Sono il cantastorie dell’Inghilterra rinascimentale” recita all’inizio Mariano Sigillo nei panni di Gorge Whetstone, letterato, scrittore, uomo di corte e, allo stesso tempo, viaggiatore della sua epoca. L’autore si presenta così alla regina Elisabetta, interpretata da Mariangela Corona. Il testo scorre via, lieve e intenso, accompagnato dal balletto molto fisico dei danzatori. Note di clavicembali e musiche rinascimentali fanno da sfondo alla performance. “Lo scrittore si perde nei suoi labirinti e gli attori tornano nei camerini” dice Whetstone - Rigillo al termine della narrazione. Applausi per tutti.

 

Angelo La Capra  

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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