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   In Aurelia, il III giorno, nel corso della discussione, si allude a Romeo and Juliet e il V giorno c’è una breve allusione a The Duchesse of Malfi e a The Countess of Celant(42). Sull’adattamento de La Duchessa d’Amalfi(43) Pruvost(44) nota come questa novella sia stata più volte ripresa dagli elisabettiani, perché si prestava a divulgare alcuni principi puritani. Il Cardinale d’Aragona, infatti, è considerato lo strumento della vendetta divina sulla Duchessa, che ha sposato segretamente il suo maggiordomo, disonorando la famiglia.
   La novella narrata, invece, da Whetstone nella seconda giornata dell’Aurelia, The Rare Historie of Promos and Cassandra, prende spunto dalla stessa storia narrata da Giraldi Cinthio nei suoi Ecatomiti(
45). Whetstone ne dà una versione quasi fedele alla fonte, ma dalla prosa più breve, incisiva ed efficace, pur non mancando parti altamente retoriche.   
   L’individuazione delle fonti(
46) sollecita, naturalmente, il problema dell’analisi del metodo compositivo di Whetstone. Traduce da opere straniere, ma, di frequente, queste traduzioni sono interrotte da lunghi passi di sua invenzione: questo dimostra che vuole far suo ciò che scrive, rimanendo implicitamente fiducioso nelle capacità del lettore di comprendere le sue allusioni. Lo stesso avviene per la poesia: prende spunto da alcuni temi, ad esempio di Petrarca, ma i versi e il modo in cui tratta gli argomenti non hanno niente della versificazione quasi musicale del poeta italiano.
    Nonostante tutti i prestiti, le traduzioni, le citazioni vaghe, e, a volte imprecise, l’opera rimane di Whetstone solo. Anche dove il materiale è convenzionale e la prosa utilizza tutti gli espedienti retorici cari al “gentle reader” dei suoi tempi, lo stile ha vigore, chiarezza e conserva una propria individualità: la mente, infatti, selezionava il materiale acquisio da opere altrui, provvedendo a nuove sintesi e ponendo nuovi problemi.
    Aurelia è un’opera che trova il proprio fondamento più che nella vita reale, nel mondo culturale del Rinascimento, anche se, con l’ambientazione presso una corte italiana, descrive, con dovizia di particolari, lo spaccato di un quadro di vita cortese.

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Note:

42 Ivi, par. VII, pagg. 93-94
43 Bandello, Novelle, I , 26.
44 Op. cit., chap. VII, pag. 98.
45 Deca, VIII, Nov. 5
46 Si allude, qui, in maniera specifica, alle fonti italiane, ma lo stesso discorsovele per quelle

inglesi e di altra provenienza

 
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